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La vecchierella

KHM 208

In una grande città c'era una vecchierella che una sera se ne stava sola in camera sua; e pensava a come avesse perduto prima il marito, poi i due figli, uno dopo l'altro tutti i parenti e infine, quello stesso giorno, anche l'ultimo amico, e a come fosse ormai sola e abbandonata. Era profondamente afflitta, e ciò che soprattutto l'angustiava era la morte dei due figli, tanto che, nel suo dolore, ne rimproverò Dio. Così sedette a lungo, in silenzio, e tutta assorta in se stessa, quando d'un tratto udì suonare le campane della prima messa. Ella si meravigliò di aver vegliato tutta la notte in pena, accese la sua lanterna e andò in chiesa. Quando arrivò, la chiesa era già illuminata, ma non da candele, come al solito, bensì da una luce crepuscolare. Inoltre era già piena di gente, tutti i posti erano occupati, e quando la vecchierella giunse al suo, non era più libero neanche quello: tutto il banco era pieno. E quando ella guardò la gente, erano tutti i parenti morti che sedevano là, nei lori abiti fuori moda e pallidi in volto. Non parlavano né cantavano, ma la chiesa era attraversata da lievi soffi e sussurri.

Ed ecco, una parente si alzò, si avvicinò alla vecchierella e le disse: "Guarda verso l'altare e vedrai i tuoi figli." La vecchia guardò e li vide tutt'e due: l'uno pendeva dalla forca, mentre l'altro era legato alla ruota. Allora la parente disse: "Vedi, questa sarebbe stata la loro fine, se fossero rimasti in vita e Dio non li avesse chiamati a s,, bambini innocenti." La vecchia andò a casa tutta tremante e ringraziò Dio in ginocchio, per averla beneficata più di quello ch'ella non avesse capito. E tre giorni dopo si mise a letto e morì.

— FINE —

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